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Idrogeno verde, come la Sicilia diventerà il distributore d'Italia

Accordo tra Enel Green Power e il gruppo Sapio per la fornitura a livello industriale di idrogeno prodotto senza ricorrere ai fossili grazie all’Innovation Hub di Carlentini, tra Siracusa e Messina. Ed Enea sperimenta una miscela fino al 45% di gas per alimentare una microturbina

Roma – Un grande disributore di idrogeno verde con cui rifornire il resto d’Italia. Nascerà nella Sicilia sud-orientale, tra Catania e Siracusa, il primo centro di produzione idrogeno da utilizzare nella transizione energetica su scala industriale e senza emissioni di CO2. L’isola diventa così il laboratorio più avanzato in una delle tecnologie che dovrebbe segnare nei prossimi anni il processo di decarbonizzazione.

Tutto nasce da un accordo appena annunciato tra Enel Green Power e il gruppo Sapio. Enel mette a disposizione NextHy, il suo Innovation Hub di Carlentini, cittadina famosa per le sue arance rosse e che vanta ascendenze rinascimentali, essendo stata fondata da Carlo V. Mentre Sapio – società leader nel settore chimico in Italia e in Europa – si occuperà dello sviluppo del mercato, distribuzione e commercializzazione.

Come mai proprio in Sicilia? In questa area dell’isola Enel – che già vanta il più grande impianti per la produzione di panelli fotovoltaici d’Europa – ha riunito una serie di imprese che lavorano allo sviluppo delle nuove tecnologie energetiche: qui svilupperanno. L’obiettivo principale dell’Innovation Hub è quello di ridurre i costi di produzione dell’idrogeno verde, visto che – in questo momento – quello “blu”, prodotto grazie all’utilizzo di gas, è più conveniente.

Ma Enel è convinta di poterci arrivare fra non molto, grazie al lavoro svolto nel testare i nuovi elettrolizzatori e i nuovi sistemi innovativi di stoccaggio basati su sistemi di accumulo liquidi e solidi. Al momento, il progetto è alla valutazione della Regione Sicilia: ma Enel e Sapio si dicono pronti a iniziare entro il 2023 la produzione su scala industriale di irdogeno pulito, che sarà messo a disposizione sia ad attività industriali per decarbonizzare le loro attività sia da utilizzare nel settore dei trasporti.

Sarà Sapio a occuparsi della commercializzazione così come del trasporto: “l’idrogeno prodotto su gomma viaggia sui ‘carri bombolai’ per essere poi spedito là dove serve, in particolare per quei settori (aviazione, navigazione, produzione di acciaio, di ammoniaca o di cemento) dove l’elettrificazione non è facilmente o economicamente sostenibile”.

Ma l’idrogeno potrebbe essere anche abbinato al gas per la produzione di energia, un altro modo per procedere sulla strada della decarbonizzazione. I tecnici dell’Enea, hanno da poco testato con successo una microturbina a gas per produrre energia elettrica, alimentata con una miscela di metano e idrogeno “per simulare l’effetto dell’iniezione nella rete gas di un contenuto di idrogeno green variabile nel tempo”, come si legge in una nota dell’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile)

I test prevedevano l’immissione di idrogeno fino all’11% del volume complessivo immesso nei gasdotto, ma si è andati anche oltre: “Il traguardo è stato ampiamente superato fino ad arrivare all’esercizio stabile della microturbina a gas con una miscela di idrogeno al 45%”.